Il coraggio di Ilaria e quattro autori fuori dai cliché
di Gregorio Moppi per La Repubblica (Music box ‘Il contrappunto’, 9 aprile 2018)
Coraggiosa la pianista pistoiese Ilaria Baldaccini, che crede nella ricerca, nella cultura. E nel suo disco non corteggia gli ascoltatori con il già sentito, me ne asseconda curiosità e intelligenza proponendo ciò in cui crede, benché apparentemente ostico, addirittura poco invitante. Ma se un’interprete oggi vuole dirsi davvero tale, non può che far così: combattere l’assopimento intellettuale e sfidare i canoni del mercato. Perciò il suo cd va salutato come una delle registrazioni più interessanti degli ultimi tempi. Quattro autori che altrimenti non sentiremmo altrove; tutti maturati nelle aule del ‘Cherubini’ da allievi o da docenti. Ognuno ne giudichi poi le opere come vuole; quel che conta è il poterli avere a disposizione, qui. Sono Carlo Prosperi (discepolo di Dallapiccola), Pier Luigi Zangelmi, ligure sedotto dal colorismo francese, Giuseppe Bonamici, della scuola di Prosperi, e l’ottantenne Gaetano Giani Luporini, lucchese. Di lui ci sono i Nove Mantram, minuscoli cristalli d’estasi luminosa la cui esecuzione l’autore ha più volte ascoltato dalla pianista, e l’ha istigata a sentirsi via via più libera nel rapporto con lo spartito. Di Prosperi perfino una pagina giovanile (del 1943) come la Sonatina profana, intrisa di umori iberici, parigini, sovietici, rivela il talento creativo. E le rigature timbriche che Bonamici traccia in Quando il vento racconta sulle antiche pietre ne fanno rimpiangere la comparsa precoce.